mercoledì 16 febbraio 2011

L'infinito di leopardi riorganizzato

L'infinito di leopardi riorganizzato

Per dimostrare cosa puo' significare  l'organizzazione di ciò che c'è in internet, vi presento un esempio.
Ho raccolto un insieme di informazioni combinate.
Tale insieme è costituito dalle parole dell'infinito di Leopardi.
Internet appare come l'infinito di Leopardi  dove le informazioni, paragonabili alle singole parole della poesia, sono predisposte a caso.
Se si mettono in un ordine qualsiasi, magari quello alfabetico, la cosa  non  migliora molto.
Se  invece c'è un intervento intelligente dell'uomo, puo' venirne fuori un capolavoro.
Organizzare l'informazione su internet ha questo significato.
Dal nonsense, dallo zapping casuale si puo' ricavare una grande cosa  bella e utile; perfino a volte un capolavoro.


L'INFINITO di Leopardi
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»


ORDINE ALFABETICO

a questa caro che colle,
comparando Così da quella,
da tanta dell'ultimo di là di lei.
E come e il naufragar e il suon
e la presente e le morte e mi
e mirando, e profondissima e questa
e sovrumani e viva, esclude.
il cor il guardo il pensier
il vento immensità in questo
infinito interminati io
io l'eterno,
Ma mare m'è dolce mi fingo,
mi fu mio nel pensier non odo
orizzonte ove parte per poco piante,
quello quest'ermo quïete s'annega sedendo
Sempre si spaura siepe silenzi,
silenzio sovvien spazi stagioni,
stormir tra questa tra queste vo voce
A CASO
e le morte e la presente quest'ermo mi fingo,
non piante, da tanta silenzio s'annega siepe,
in questo che e profondissima comparando:
mi fu silenzi, e questa da quella,
m'è dolce si spaura il pensier tra questa
infinito Sempre sovvien
E come dell'ultimo parte e viva,
il vento Così vo sedendo io
e mirando, e sovrumani e il naufragar
tra queste ove esclude nel pensier per poco
io orizzonte e il suon stagioni,
quïete mare spazi odo voce colle,
stormir di là di lei. l'eterno,
il cor Ma il guardo interminati
quello e mi a questa mio caro
immensità